Cinema e parole
Venerdì 24 prenderà avvio la venticinquesima edizione del Torino Film Festival, la prima sotto la direzione di Nanni Moretti.
Aspettiamo le proiezioni per i giudizi (non sia mai darne prima). Per il momento ci si può limitare ad osservazioni da profani: tra i 15 film in concorso è scomparso il medioriente, l'Europa dell'Est si salva con la Lettonia, la fanno da padrone (per così dire) gli Stati Uniti (3 film) e l'Australia (2 film).
Al solito, non sarà semplice districarsi in mezzo alla bulimica offerta; ma è la parte più bella d'un festival, il reale imbarazzo della scelta.
Nell'attesa divoriamo il programma.
"Il corollario ideale di A History of Violence, nel cuore di Londra invece che in America".
Fin qui mi ispira: Eastern Promises, l'ultimo film di David Cronenberg. Si, voglio vederlo. Che altro dice?
"Una donna, un neonato, un autista killer affrontano le ombre che affiorano dal passato e le violenze che si consumano quotidianamente”.
Sulla violenza, nulla da eccepire. Le donne, i bambini e anche i killer (perché no?), possono subirla.
Ma quali ombre dal passato possono affiorare per un neonato?
Deve essere un’impresa infame scrivere schede per centinaia di film.
Buon lavoro a tutta l’organizzazione del Festival.
Soprattutto al Segretario Generale…
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